Si ascoltano e si leggono tante storie interessanti, o almeno questo sembrano, di famiglie, di persone, di gente che viene da lontano e che ne ha viste un po’ di tutti i colori, attraverso i cambiamenti degli ultimi 150 anni. In questi racconti c’è sempre un profumo di spregiudicatezza che risveglia curiosità.

Io, come famiglia, sono di origine piemontese, anche se i genitori di mia madre erano di Verona e di Codevilla (al confine col Piemonte…). Da parte di mio padre, mio bisnonno era alessandrino, mia bisnonna dell’Ossola e mia nonna canavesana.

Nell’elenco manca il nonno paterno: fu proprio lui il primo della nostra famiglia a nascere a Panama, allora Repubblica di Colombia, e suo padre era proprio quello Stefano che regala il nome al rum: DON ESTEBAN 1881.

Perché 1881?  È l’anno in cui mio bisnonno Stefano, di ritorno da un breve soggiorno a Lima, in Perù, si stabilisce a Panama, in pieno fervore, dove i lavori di costruzione del canale che sta per rivoluzionare la storia del commercio e non solo, creano opportunità e affari per quegli uomini che sanno affrontare il cambiamento con spirito e coraggio, senza per forza essere avventurieri…

Nel 1881 Stefano apre la seconda farmacia della città, dove poi vive per venticinque anni.

Proprio nel 1881 inizia la costruzione di un’opera strabiliante come il Canale di Panama, che però Don Esteban, rientrato a Torino nel 1906, non arriva a vedere in funzione.

A Panama lui non torna più, ma da allora la sua famiglia, la mia famiglia, ha continuato a viaggiare tra le Alpi e il Pacifico, crescendo e sviluppandosi con una generazione nata a Panama, una a Torino e cosi via.

Io sono nato a Panama, quando il canale era in funzione da ormai 42 anni. Sono cresciuto sul Pacifico, respirando i venti di due oceani, i venti che impregnano la canna da zucchero da cui si ottiene il DON ESTEBAN 1881, e sono arrivato a Torino per i miei studi universitari.

Ho sempre amato il rum e ho sempre avuto in mente di avere un mio rum, un mio marchio. Qualche anno fa, per soddisfare questo desiderio, che è sempre stato un sogno più che un desiderio, ho iniziato a pensare al nome, alla qualità, che volevo eccelsa, e quindi a cercare a Panama un “maestro ronero”, di quelli che non si trovano dietro l’angolo. Alla fine ho trovato un numero uno, un personaggio leggendario, uno dei massimi esperti latinoamericani dell’antica arte della distillazione, con cui è iniziata un’amicizia e collaborazione straordinaria, alla ricerca della qualità assoluta.

Senza fretta, ogni tessera del mosaico ha cominciato a trovare il suo posto e, partito dall’idea di un rum con almeno 12-15 anni di invecchiamento, sono arrivato al DON ESTEBAN 1881 con un invecchiamento di 18 anni in ambiente tropicale.

Credo che il risultato parli da solo, è un risultato che mi lascia soddisfatto.

Spero di avervi incuriosito e che vogliate presto assaggiarlo e gustarlo.

Juan Nino Cermelli

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